CITAZIONE (Jack_pinball @ 28/10/2012, 10:59)
Allora dicci per bene le tue impressioni!
Le mie impressioni su
The Union? E' un gran bel disco.
Innanzitutto considero un gesto di grande generosità da parte di Elton aver recuperato dal dimenticatoio un musicista come Leon Russell. Personalmente non lo conoscevo per nulla. Pochi mesi fa ho sentito per la prima volta l'album del
Concert for Bangladesh del 1971 dove era presente anche lui. A parte questo, l'unica cosa che sapevo di Russell, dedotta dalla lettura delle note di
Honky chateau, era la sua influenza stilistica sul brano
Amy, che tra l'altro è uno dei miei preferiti di quell'album.
L'altra grande qualità di
The Union è senza dubbio rappresentata dall'eccellente produzione musicale, opera di T Bone Burnett. Una produzione classicamente americana, asciutta, totalmente priva di facili orpelli pop che avrebbero potuto col passare degli anni "datare" l'album: un disco come questo potrebbe essere stato pubblicato, assolutamente identico, nel '70, nell'80, nel '90, o magari tra 20 anni.
Grazie ai musicisti e anche alle coriste coinvolti, l'album suona che è una meraviglia.
Proprio per queste caratteristiche - la collaborazione con Leon Russell e il sound senza tempo che nulla concede a compromessi di natura commerciale - questo disco è senza dubbio una delle operazioni più nobili di tutta la carriera di Elton John. Il genere di album che di solito ci si aspetterebbe da un Bob Dylan o da un Van Morrison, ma che sarebbe stato impensabile per l'Elton John di qualche anno fa, più avvezzo a collaborazioni pop assai più ruffiane (comparsate televisive con Boy band
à la page e affini).
In base a queste premesse posso tranquillamente attribuire a
The Union un 8 pieno.
A questo punto la domanda è: siamo proprio sicuri che le canzoni di
The Union siano così significative da poter considerare questo come il miglior lavoro di Elton dal 2001 a oggi? In questo caso
The Union sarebbe non soltanto il suo miglior album del decennio appena trascorso, ma anche degli ultimi 36 anni (
Blue moves compreso o escluso, fate un po' voi).
Secondo me le canzoni sono tutte belle, diciamo pure bellissime, e l'album nell'insieme ha una compiutezza veramente notevole, ma non mi sento di considerare questo lavoro DI GRAN LUNGA migliore rispetto ai tre che l'hanno preceduto.
Con
The captain and the kid Elton e Bernie guardavano soprattutto al LORO passato, evocando in maniera magistrale il clima e l'eccitazione di quei primi irripetibili anni americani, tanto che la prima volta che l'ho sentito ho pensato che fosse il disco perfetto con cui concludere la loro carriera, il cerchio che si chiude.
Questo album invece, mi sembra uno sguardo ad un passato che non appartiene più solamente ad Elton e Bernie, ma che comprende molte altre fonti d'ispirazione.
Per queste ragioni, non stupisce che abbia potuto spiazzare anche alcuni fans della prima ora.
Per amare
The captain and the kid basta aver amato tutto il primo Elton John, per amare compiutamente
The Union bisogna avere amato molte più cose, avere una cultura musicale più vasta, che personalmente confesso di non avere (ancora).
Sarà forse per questo motivo che le canzoni che ho apprezzato maggiormente nei tre album precedenti mi hanno colpito (per il momento) di più di quelle che preferisco in
The Union. Ripeto, è una considerazione del tutto personale e forse temporanea, probabilmente quando avrò una conoscenza più esaustiva dei repertori di Bob Dylan, Crosby Stills Nash and Young, James Taylor e dello stesso Leon Russell, il mio gusto personale sarà più "vasto" e mi permetterà di apprezzare questo album ancora di più. Ciò non toglie che mi piaccia comunque, molto.
Aggiungo che non mi dispiacerebbe se nei prossimi anni Elton ripetesse l'esperienza album-collaborativo con altri illustri colleghi: Leonard Cohen, Tom Waits, Neil Young, Elvis Costello tra i tanti papabili.
Per concludere,
The Union è un gran bel disco, che mantiene con coerenza e nobiltà il percorso avviato nel 2001 e lascia ben sperare per il futuro.